Volto nuovo, ultra-conservatore e pro-Trump: chi è lo Speaker Mike Johnson

Volto nuovo, ultra-conservatore e pro-Trump: chi è lo Speaker Mike Johnson


Mike Johnson è stato eletto Speaker della Camera americana, al termine di una protratta faida interna tra le fazioni della maggioranza repubblicana. Johnson, poco noto deputato della Louisiana, è un conservatore militante sui valori sociali, dalla lotta contro il diritto all’aborto a quella contro il riconoscimento e matrimonio di coppie dello stesso sesso. È stato un fedele alleato di Donald Trump. Ed è anche il più giovane e inesperto Speaker eletto in decenni in un momento di grandi tensioni, domestiche e internazionali.

Usa, Trump: “Johnson ottimo candidato a speaker Camera”

Paladino di Trump

Johnson è stato parte del team che aveva difeso Trump nel corso del primo procedimento di impeachment parlamentare. E’ stato successivamente in prima linea negli sforzi per ribaltare le elezioni del 2020 e la vittoria alla Casa Bianca del democratico Joe Biden. In quanto tale si è assicurato il sostegno dell’ala destra del partito. Il suo basso profilo, il fatto di essere un volto nuovo e la sua personalità considerata poco abrasiva e aperta lo hanno tuttavia reso accettabile alle correnti più moderate. Il suo merito, hanno sottolineato alcuni osservatori della politica Usa, è stato quello di essersi fatto pochi nemici convinti.

Dalla Bibbia alla spesa pubblica

Parlando alla Camera, Johnson ha promesso di “restaurare la fiducia nella Camera”. Ha però allo stesso tempo elencato una serie di priorità della destra radicale, inframmezzate da citazioni bibliche e riferimenti alla sua fede cristiana. Sul fronte politico ha citato la frontiera meridionale “spezzata” e la troppa spesa pubblica come principale minaccia alla sicurezza nazionale del Paese. “La sfida davanti a noi è grande e il tempo di agire è ora”, ha detto. “Non vi deluderò”.

Superare il vuoto di leadership

L’urgenza di superare il vuoto di leadership ha pesato sui repubblicani, forse diventando il fattore decisivo nello spianare la strada a Johnson: senza uno Speaker la Camera è impossibilitata a svolgere attività legislativa. L’agenda è sicuramente fitta: le crisi geopolitiche, con le guerre in Ucraina e in Israele, e il rischio di shutdown del governo federale a metà novembre, alla scadenza di una estensione temporanea del budget annuale.

Aiuti a Israele

La Casa Bianca ha chiesto lo stanziamento combinato di oltre cento miliardi di dollari in aiuti all’Ucraina, a Israele, per Taiwan e per la sicurezza del confine meridionale degli Stati Uniti sotto pressione per i migranti. I repubblicani, a cominciare da Johnson, sono parsi contrari in particolare a nuovi aiuti a Kiev. Una mozione a favore di Israele, e a seguito finanziamenti, sono al contrario tra le priorità enunciate da Johnson in aula.



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